Da Jeff Besoz a Bill Gates, da Mark Zuckemberg a Bernard Arnualt. Ogni anno la rivista americana Forbes stila la classifica degli uomini più ricchi del Pianeta. In vetta si conferma il fondatore di Amazon Jeff Bezos (112 miliardi di dollari), segue il patron di Microsoft Bill Gates (90), terza piazza per il re degli investitori Warren Buffett (83), quarto il re del lusso francese Bernard Arnault (72), quinto il 34enne fondatore di Facebook Mark Zuckerberg (71), sesto lo spagnolo Amancio Ortega fondatore di Zara (66), settimo il messicano Carlos Slim (67), ottavo Charles Koch (60), nono David Koch, comproprietario con il fratello delle Koch Industries (60), decimo Larry Ellison, cofondatore e Cto di Oracle (58).
Miliardari in crescita
I numeri sono impressionanti: nel mondo ci sono 2.208 miliardari, per un totale di 9 trilioni di dollari, (in crescita del 18% rispetto all’anno precedente). L’1% dei più ricchi detiene più denaro del restante 99% (rapporto Oxfam).
Ma, al di là dei numeri, interessano le ragioni. Da dove arrivano i super paperoni? Che percorso hanno fatto per guadagnare tanto? Quali sono i loro studi?
Quanto vale una laurea?
A rispondere a tutte queste domande ha pensato la società di recruiting britannica Aaron Wallis, che ha effettuato un’indagine sugli studi e le prime occupazioni dei 100 nababbi della terra.
Primo dato: il 25% del campione (un quarto) non ha una laurea. Fra gli altri, non si è laureato Mark Zuckerberg: abbandonò gli studi all’università di Harvard per lanciare Facebook. Ad Harvard si è laureato, ma solo 34 anni dopo e honoris causa, Bill Gates. “Congratulazioni – aveva detto nel discorso ai laureati – avete raggiunto un traguardo che io non sono stato in grado di raggiungere”. Umili origini per Amancio Ortega, che ha iniziato a lavorare a 14 anni come fattorino in una sartoria (della laurea, quindi, neanche a parlarne).
Si sono invece laureati, per esempio, Jeff Bezos (a Princeton, in Ingegneria elettronica e informatica) e Warren Buffett (ma ha cominciato anche lui sul campo: il primo investimento lo ha fatto a 11 anni).
I primi due italiani nella classifica di Forbes sono Giovanni Ferrero (23 miliardi, laureato) e Leonardo Del Vecchio (22, non laureato).
I miliardari che si sono laureati lo hanno fatto, nella quasi totalità dei casi, in materie scientifiche ed economiche. Infatti, 22 hanno studiato ingegneria, 16 business, 11 economia e finanza, 6 legge e 4 informatica. A seguire storia dell’arte (3); filosofia, scienze politiche, lettere, matematica e storia (2); medicina, fisica e psicologia (1).
Facoltà trainanti, al momento, ingegneria (sono ingegneri, fra gli altri, Bezos e il co-fondatore di Google Larry Page) e informatica.
Esperienza da vendere
Passiamo all’aspetto lavorativo. Oltre la metà (53%) ha iniziato lavorando in un’azienda di altri, il 30% in quella di famiglia (potremmo chiamarli “figli di papà”?), mentre il 17% ha fondato la sua impresa.
Dei miliardari che hanno iniziato lavorando in un’altra azienda, dieci hanno cominciato facendo i venditori, 9 come operatori di Borsa, 5 come sviluppatori di software, altrettanti come ingegneri, 4 come business analyst, altrettanti in un ruolo finanziario e 3 come assistenti sul punto vendita. Due miliardari hanno iniziato in ruoli di marketing, come assistenti legali, meccanici, muratori o militari. Uno, infine, come politico, un altro come operaio e uno come traduttore.
Partire come venditori dà più chance di diventare miliardario? Pare di sì, almeno a guardare la storia di George Soros, al 29° posto: ebreo ungherese, scampato alle persecuzioni naziste, iniziò lavorando come venditore da un grossista. O quella di Michael Dell, partito vendendo abbonamenti di un quotidiano e arrivato a fondare la Dell, fra i leader mondiali nel settore dell’hardware per Pc. Di certo, la professione di venditore permette esercitare molte qualità essenziali per fare impresa (e soldi): tenacia, empatia, orientamento al cliente…